Ipse dixit
"Se volete figli intelligenti leggete loro le fiabe. Se volete figli molto intelligenti leggete loro molte fiabe." Albert Einstein
Contatti
info@favoledellabuonanotte.it
Magodelfia eBook
Leggi il mio eBook di Enrico di Magodelfia (le avventure del bambino terrestre che riportò la libertà nel paese dei maghi): il mio primo romanzo per bambini che divertirà sia i piccoli lettori che i loro genitori.
Favole su misura
Se vuoi raccontare ai tuoi figli o ai tuoi nipotini una favola fatta su misura per loro, inviami i particolari che dovranno caratterizzarla (nomi dei personaggi principali, ruolo del/della protagonista, ambientazione specifica etc etc), la riceverai in circa tre settimane via email e se vuoi verrà pubblicata sul sito. SERVIZIO MOMENTANEAMENTE SOSPESO - mi dispiace tanto ma purtroppo non riesco più a star dietro alle richieste, spero di riprendere il prima possibile
QUANDO LA MORTE SI PRESE UN GIORNO DI FERIE
Tanto tempo fa, nel paese dove era nata Porzia, vigeva una strana usanza: alle giovani fanciulle non era permesso di scegliersi liberamente il marito. Laggiù si usava che fossero i genitori della futura sposa a decretare con chi dovessero trascorrere il resto dei loro giorni le figlie femmine della famiglia. Le ragazze più fortunate, quelle che avevano i padri e le madri più comprensivi, presentavano loro i fidanzati e ricevevano il consenso alle nozze; le più sfortunate invece, come Porzia, dovevano sottostare al volere paterno anche quando ciò significava rinunciare a prendere per marito il giovane che amavano. La ragazza in realtà, in quanto a sfortune, ne avrebbe potuto elencare più d'una: suo padre era morto già da alcuni anni e lei viveva con una matrigna e una sorellastra che erano molto peggio di quelle di Cenerentola; la donna le aveva negato il consenso a sposare Filiberto, un giovane falegname bello come il sole, e le aveva combinato un matrimonio con Ugo, un vecchio cuoco ben più grande di lei, brutto e arcigno. La matrigna, che di nome faceva Amelia, voleva favorire la figlia Olivia, che era innamorata di Filiberto e vedeva quindi in Porzia un ostacolo insormontabile sul cammino della sua presunta felicità. Per farla breve, l'indomani che precedeva il matrimonio combinato fra Porzia e Ugo, la sfortunata fanciulla aveva deciso che l'unica via di scampo sarebbe stata quella di togliersi la vita. - Amore mio, io non sposerò mai Olivia!- le gridava Filiberto da sotto la torre del paese, torre nella quale venivano rinchiuse tutte le spose la notte prima del matrimonio al solo scopo di non farle scappare via in caso di ripensamento.- Porzia, troveremo una soluzione, riuscirò a liberarti, te lo prometto!- ma mentre Filiberto ripeteva quelle parole, vennero i gendarmi a prenderlo e lo gettarono in prigione: purtroppo per lui le leggi in vigore stabilivano che fosse la matrigna Amelia a decidere la sorte della figliastra Porzia e dunque era inutile tentare di contravvenire alle leggi del paese anche quando queste erano palesemente sbagliate. - Sei una strega e io ti odio!- disse Porzia ad Amelia.- Come puoi desiderare che io sposi un vecchio obbrobrioso come il cuoco Ugo? - A dire il vero, cara la mia piccola Porzia, io desidero principalmente che tu non sposi Filiberto, dato che è destinato a mia figlia Olivia. Comunque, se davvero non vuoi sposare Ugo, ti ho lasciato nell'angolo del veleno per topi, vedi di farne buon uso stanotte … - Vecchia strega!- urlò Porzia, ma la matrigna si era già chiusa la porta alle spalle. La fanciulla esplose allora in un pianto oceanico. Tutto le pareva perduto ma, grazie al cielo, finché c'è vita c'è speranza. Dopo due ore di lacrime incessanti, la fanciulla sentì bussare alla porta: - Chi è?- domandò singhiozzando. - Sono la Morte,- risposero dall'altra parte- posso entrare anche se non mi apri, ma desideravo lo stesso annunciarmi. - Allora entra, ma non sperare che io stasera ti sia di grande compagnia.- le disse la ragazza. La Morte entrò, scheletrica, vestita di nero e con la falce in mano, tale e quale a come appariva nelle illustrazioni tradizionali risalenti ai tempi del medioevo. - Di solito io non vado in cerca di compagnia,- replicò la Morte- di solito io vado in cerca di ...- a quel punto però la Morte smise di parlare perché si accorse che Porzia non aveva avuto nessuna reazione al suo ingresso e non l'ascoltava affatto. La fanciulla proseguiva il suo pianto, eppure, nonostante i suoi fenomenali occhi verdi fossero offuscati dalle lacrime e il suo viso sconvolto e rigato da salati goccioloni, ella era ancora bellissima. La Morte ne osservava i capelli ondulati, la pelle luminosa e la postura fiera. Avrebbe davvero voluto usare la sua falce contro di lei?- Sai, mi avevano detto che tu stasera avevi deciso di passare a miglior vita, ero venuta qui per questo, e io ora dovrei, come dire, io ti dovrei … oh santo cielo, che lavoraccio ingrato che mi fanno fare!- esclamò a un certo punto la Morte gettando la falce in un angolo della stanza e togliendosi il cappuccione nero dal capo- Smettila di piangere,- disse a Porzia facendo segno di sedersi accanto a lei- vieni qui e raccontami che cosa ti è accaduto.- la fanciulla allora le si avvicinò e le raccontò tutto dall'inizio alla fine senza prendere mai fiato, le parlò del suo amore per Filiberto, dell'orribile cuoco, della perfida matrigna e perfino del veleno per topi.- Non sia mai che io diventi complice di una tale atrocità!- esclamò allora la Morte, che era rimasta molto toccata dalle parole della ragazza- Stanotte mi prendo un giorno di ferie e, anziché portarti con me, ti aiuterò a tornare a sorridere.- sentendo quella frase Porzia ebbe il presentimento che nulla era davvero perduto, e il sorriso le era già ritornato. - Come mi aiuterai?- le domandò la fanciulla con gli occhi verdi che erano tornati a brillare della luce dell'arcobaleno. - Dammi la mano e vieni con me, andiamo a trovare il sindaco.- Porzia le diede la mano e la Morte la condusse delicatamente fuori dalla finestra, a camminare sospese per aria sopra i tetti del paese, sopra le case dove gli abitanti dormivano profondamente. Giunte alla finestra del sindaco, la Morte bussò delicatamente al vetro.- Signor sindaco, mi apra e non si spaventi, non sono venuta qui per lei, o meglio, sono venuta per lei ma non nel senso che potrebbe credere. Insomma, si metta una vestaglia e andiamo in salotto a parlare.- il sindaco tremava come un passerotto ed era pietrificato dal terrore. La moglie del sindaco, anche lei svegliata da tutto quel trambusto, preparò un caffè per la Morte, un tè per Porzia e una camomilla rinforzata per il marito.- Singor sindaco,- proseguiva la Morte- la faccenda è molto delicata, qui nel suo paese vigono delle leggi ingiuste e le leggi ingiuste condizionano negativamente la vita di onesti cittadini come Porzia. Voglio dire, lei sarebbe contento di sposare il vecchio e orripilante cuoco Ugo al posto del giovane e valoroso Filiberto? O meglio, lei sarebbe contento di non poter decidere liberamente come poter vivere la sua vita?- il sindaco continuava a essere paralizzato dalla paura e non riusciva a spiccicare parola. - No che non sarebbe contento di sentirsi obbligato a sposare il cuoco Ugo,- intervenne pacatamente la moglie- credo anch'io che questa sia una legge profondamente ingiusta, glielo ripeta anche lei signora Morte e vedrà che domani stesso mio marito farà approvare una delibera comunale dove verrà stabilito che ognuno ha il diritto di sposarsi con chi gli pare! - Ben detto, signora sindachessa.- esclamò Porzia. Il sindaco si limitava ad annuire come uno scolaretto. - Lo perdoni, signora Morte,- diceva ancora la moglie- come tutti gli uomini manca sempre della tempra necessaria per fare anche le rivoluzioni più piccole. Ah, se non ci fossimo noi donne ad intenderci ...- e così dicendo la signora fece l'occhiolino. La Morte, Porzia e la moglie del sindaco si fecero allora una bella risata di cuore e si salutarono. Prima di abbandonare la casa del sindaco, squillò il telefono. La sindachessa andò a rispondere- Signora Morte, è per lei.- la Morte andò al ricevitore e rimase a parlottare qualche secondo, poi riattaccò, salutò i padroni di casa e riportò Porzia sulla torre. - Chi era prima al telefono?- domandò incuriosita Porzia. - Erano i miei capi. Sai, mi hanno fatto i complimenti per come ho agito oggi, però mi hanno anche detto che non posso tornare indietro a mani vuote. Dove hai detto che abita la tua matrigna? E fu così che il giorno dopo in paese si celebrò il matrimonio fra Porzia e Filiberto, il giorno dopo ancora ebbero luogo le esequie di Amelia e il giorno seguente al funerale si sposarono Olivia e Ugo. La cosa più importante di tutte, però, fu che il sindaco e la giunta comunale si sforzarono di rendere più eque tutte le leggi emanate, sottoposero a referendum tutte le materie che toccavano da vicino la vita dei cittadini e trasformarono il paese in un paese migliore. una favola di Arianna Lana
Commenti (26)
Joomla components by Compojoom
|
Leggi alcune delle "favole su misura" richieste dai nostri lettori
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulla pubblicazione di nuove favole e sulle altre iniziative del sito
Comunque grazie perchè queste favole sono forse le uniche che fanno stare buoni e concentrati i miei due figli(Sofia, 6 anni, Tommaso, 8 anni)anche se per poco tempo.Vorrei che sul sito ce ne fossero sempre di più
ciao, Roberto (Roma)