Ipse dixit
"Se volete figli intelligenti leggete loro le fiabe. Se volete figli molto intelligenti leggete loro molte fiabe." Albert Einstein
Contatti
info@favoledellabuonanotte.it
Magodelfia eBook
Leggi il mio eBook di Enrico di Magodelfia (le avventure del bambino terrestre che riportò la libertà nel paese dei maghi): il mio primo romanzo per bambini che divertirà sia i piccoli lettori che i loro genitori.
Favole su misura
Se vuoi raccontare ai tuoi figli o ai tuoi nipotini una favola fatta su misura per loro, inviami i particolari che dovranno caratterizzarla (nomi dei personaggi principali, ruolo del/della protagonista, ambientazione specifica etc etc), la riceverai in circa tre settimane via email e se vuoi verrà pubblicata sul sito. SERVIZIO MOMENTANEAMENTE SOSPESO - mi dispiace tanto ma purtroppo non riesco più a star dietro alle richieste, spero di riprendere il prima possibile
Evaristo e l'inchiostro magico |
Il giovane giardiniere Evaristo era innamorato della postina Eleonora. Quest’ultima, oltre ad essere una ragazza dalla bellezza dolce e fine, era anche una fanciulla dal cuore d’oro. Al mattino Eleonora consegnava la posta a tutto il paese e il pomeriggio cuciva gli abiti per i bambini dell’orfanotrofio, che la consideravano tutti come la loro mamma. Evaristo era così innamorato che, pur di vederla il più spesso possibile, si spediva delle lettere da solo, nella speranza che fosse proprio lei a recapitargliele. Ogni volta che Eleonora giungeva presso il cancello della casa di Evaristo, lo trovava intento a curare le piante del giardino e della serra: - Queste rose sono sempre le più belle, - le diceva lei – in tutto il paese e in tutta la vallata non ne ho mai viste di tanto splendide. - Ti ringrazio, - gli rispondeva lui – se vuoi puoi cogliere quella che più ti piace. - Se la cogliessi, resterebbe da sola e appassirebbe il giorno dopo. Preferisco venirla a vedere qui, fra i colori del tuo giardino, assieme alle altre rose.
Era arrivato il mese di Marzo e, come ogni anno, si sarebbe festeggiato l’arrivo della Primavera con il gran ballo nel castello del paese. La tradizione voleva che per l’occasione ogni ragazzo del luogo invitasse la ragazza che gli stava più a cuore: Evaristo avrebbe tanto voluto invitare Eleonora ma non ne aveva il coraggio. Accadde allora che un altro giovane del paese trovò quel coraggio che mancava a Evaristo , e quel giovane era Valentino, il figlio del notaio. Quest’ultimo era un bel giovane, forse anche più bello di Evaristo, era molto ricco e alquanto arrogante: invitando Eleonora al castello, aveva intenzione di chiederle di sposarlo la sera stessa del ballo. Quando Evaristo venne a sapere dell’invito, si chiuse nella serra e scoppiò in lacrime, lì fra le sue rose. Fu proprio allora che da un bel fascio di boccioli gialli comparve una nuvola lilla e si materializzò Fata Zelinda: - Oh santo cielo,- esclamò la fata – un bel giovane come te che sta qui a consumarsi di lacrime fra questi bei fiori … che cosa mi tocca vedere! - E tu chi sei?- le chiese Evaristo, peraltro un po’ infastidito dal fatto che una fata di mezza età tutta vestita di lilla venisse a impicciarsi degli affari suoi senza nemmeno bussare alla porta. - Io sono Zelinda, la fata migliore che tu potessi trovare: ogni volta che qualcuno della valle versa lacrime d’amore, le mie orecchie sentono il rumore di quelle lacrime. E non ti dico gli insopportabili mal di testa che mi provocano … Comunque eccomi qua, vediamo cosa si può fare: tu hai già in mente un piano? - Io? – disse Evaristo che cominciava a spazientirsi – Io che me ne sto qui a consumarmi dal dolore, dovrei avere un piano? E soprattutto, se mai lo avessi, dovrei venire a raccontarlo a te? - E va bene, va bene, è evidente che non hai un piano, bastava solo dirlo. Del resto, ci ho già pensato io … Dunque, stammi a sentire bene: so che la nonna di Eleonora sta cucendo alla nipote il vestito per il ballo, la ragazza le ha chiesto di ricamarle un fiore sul corpetto, e domani verrà da te a chiederti una rosa in dono, così da portarla alla nonna per fargliela copiare. - Eleonora non mi chiederebbe mai di recidere il gambo di una rosa per un motivo così futile. - Infatti non credo che ti chiederà di recidere nessun gambo: vedrai che ti chiederà di trapiantarne una rosa in un piccolo vaso e di regalargliela. Quando lo farà, tu dille allora che dovrai travasare la rosa con cura, che ti occorrerà del tempo e che dovrà ripassare dopo qualche ora. Quando lei tornerà, le darai il vaso assieme a un biglietto, un biglietto dove tu avrai scritto tutte le indicazioni necessarie per prendersi cura della rosa. Mi raccomando però, per scrivere devi usare solo l’inchiostro che è contenuto in questa ampolla di cristallo. – e così dicendo Zelinda porse ad Evaristo una piccola ampolla trasparente contenente un liquido nero come la pece. Evaristo era alquanto perplesso, ma poi disse ad alta voce:- Bè, in fondo non è che io abbia poi così tante alternative … - Vuoi forse che me lo riprenda? – chiese Zelinda che cominciava ad arrabbiarsi per l’atteggiamento rinunciatario di Evaristo. - Oh no, affatto,- disse il giovane prendendo l'inchiostro - ti ringrazio molto per il tuo aiuto. Farò come dici e vediamo cosa accadrà. Il giorno seguente Eleonora si recò nel giardino di Evaristo: - Ciao Evaristo,- disse lei. - Ciao Eleonora,- rispose lui- hai qualche lettera pe me? - No, stavolta non ho nulla per te, ero solo venuta a chiederti un favore. - Dimmi pure.- fece lui, sapendo già quello che la ragazza stava per domandargli. - Vorrei che mia nonna ricamasse una delle tue rose sul mio abito per il ballo di Primavera. - Andrai al ballo? - Si, tu non andrai? - Credo di si. - Andrai da solo? - Non saprei. Tu invece? - Mi farà da cavaliere Valentino Doria. - Ah, bè, Valentino Doria, detto anche Valentino Simpatia … - Cosa avresti da ridire su di lui? - Io? Nulla. Se vuoi andarci con lui fai bene. - Valentino è stato anche l'unico ad avermi invitato, tanto per la cronaca. Comunque, tornando al mio vestito, posso portare a mia nonna una delle tue rose? Potresti trapiantarmene una in un piccolo vaso? - Certamente. Torna pure qui domani pomeriggio: trapianterò la rosa più bella in un piccolo vaso e ti lascerò un biglietto con le indicazioni per annaffiarla ed esporla alla luce. - Ti ringrazio molto, allora ci vediamo domani. - A domani. Il giorno seguente Eleonora si recò nel giardino di Evaristo; si accorse che il ragazzo non era nei paraggi e notò il vaso con la rosa preparato per lei. Accanto al fiore era posto il biglietto di Evaristo: Eleonora lo lesse e rimase a bocca aperta. La sera del ballo Evaristo se ne stava affacciato alla ringhiera del terrazzo, rimirando l’orizzonte e sospirando alla luna:- Perché sono così sfortunato?- sospirava fra sé il ragazzo.- Perchè non sono stato capace di invitare Eleonora al ballo? All’improvviso sentì che una mano forte e decisa gli afferrava poderosamente la spalla e lo obbligava a voltarsi: era Eleonora, bellissima nel suo vestito pieno di rose ricamate. Non appena Evaristo si voltò, Eleonora gli diede un bacio e lo abbracciò dicendo:- Oh Evaristo, che lettera meravigliosa hai scritto! - Lettera? – fece lui alquanto sopreso – Quale lettera? - Ma come quale lettera, quella che mi hai lasciato accanto alla rosa. - Vuoi dire le istruzioni per annaffiarla? - Evaristo, mi vuoi prendere in giro? - Assolutamente no, non mi permetterei mai … Fu allora che da una nuvola rosa apparve Fata Zelinda: - Buonasera a entrambi, perdonatemi per la mia intromissione, ma credo che sia necessario un chiarimento: Evaristo ha scritto le istruzioni per curare la rosa con un inchiostro datogli da me. Quell’inchiostro è magico e ha il potere di riportare sulla pagina bianca i pensieri di chi lo utilizza, e suo il primo pensiero non erano le istruzioni per la cura del fiore, il suo primo pensiero sei tu, Eleonora. Ho fatto bene a farmi venire questa idea oppure no? - E io che credevo che tu fossi solo una fata combinaguai e un po’ impicciona …- disse Evaristo. - Guarda che faccio ancora in tempo a trasformarti in un rospo!- rispose Zelinda brandendo la bacchetta magica. - Scherzavo, naturalmente.- e tutti risero. Evaristo domando allorà ad Eleonora: - Cosa dirai adesso a Valentino se ti chiederà di sposarlo? - Gli risponderò semplicemente che il mio cuore è già impegnato, ma in cuor mio mi dirò anche che tutti i suoi palazzi e le sue macchine costose non potranno mai eguagliare la bellezza delle tue rose. Fata Zelinda volò via tutta soddisfatta, Evaristo ed Eleonora di lì a poco si sposarono e vissero sempre felici e contenti. una favola di Arianna Lana
Commenti (21)
Joomla components by Compojoom
|
Leggi alcune delle "favole su misura" richieste dai nostri lettori
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere gli aggiornamenti sulla pubblicazione di nuove favole e sulle altre iniziative del sito
complimenti... non sai quant'è difficile per me inventare una storia diversa ogni sera! grazie!!
re
Guarda, nelle mie favole il lieto fine c'è sempre, anche a costo di resuscitare i morti ...
Scherzi a parte, apprezzo e comprendo il valore didascalico delle favole di una volta, piene di orchi e accadimenti truculenti, però nelle mie preferisco metterci altri ingredienti. In fondo oggi i bambini passano già tanto di quel tempo davanti a tv e telegiornali che credo sentano parlare parecchio di orchi o altre stranezze ... Oltre a ciò, credo che il compito di informarli in tenerissima età sulle brutture del mondo debba sempre essere demandato alla mediazione di un adulto (nonno, genitore o maestra che sia), e mai soltanto ad una favola. Nelle mie fiabe le brutture del mondo si intuiscono, ma poi arriva sempr...